domenica 20 maggio 2012

Pericle e l'eclissi

Pericle e l'eclissi. Platone (versione 313 pagina 259 del libro Antropon Odoi)


Pericle, volendo recare qualche molestia ai nemici, riempiva centocinquanta navi e, avendo fatto imbarcare anche molti e buoni opliti e cavalieri, stava per salpare, provocando per via di tale potenza sia una grande speranza nei cittadini che una soggezione non minore ai nemici.  Essendo le navi già riempite ed essendo Pericle già salito a bordo sulla sua trireme, da un lato avveniva che il sole subisse un'eclissi e diventasse buio, dall'altra che tutti fossero spaventati come per un grande segnale. Vedendo Pericle che il timoniere era pieno di timore e in difficoltà, alzava il suo mantello davanti agli occhi di questo e, avendolo coperto, domandò se ciò fosse spaventoso o se fosse segnale di qualcosa di spaventoso. Poiché disse di no, (il timoniere) rispondeva: "allora cosa differisce tra questo e quello, tranne il fatto che ciò che ha provocato l'oscurità è più grande del mantello?"

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